Parliamo di forasacchi

L’arrivo della bella stagione e del caldo porta con sé un pericolo per la salute dei nostri cani: il “famigerato” forasacco.

I “FORASACCHI” non sono altro che le spighe di alcuni tipi di graminacee selvatiche e sono diffusi ovunque. Nel periodo primaverile-estivo si trovano in quantità massicce in campagna ma anche negli spazi verdi cittadini e lungo i marciapiedi.

Perché sono pericolosi i forasacchi?

La pericolosita’ dei forasacchi deriva dal fatto che una volta entrati in un apparato, difficilmente ne escono spontaneamente. Questo deriva da alcune loro peculiari caratteristiche:

  • sono dotati di piccole dimensioni per cui possono  entrare nelle diverse aperture naturali quali: cavità nasali, albero respiratorio, occhio, cavità orale, canale auricolare, vulva e prepuzio
  • la loro superficie irregolare favorisce l’adesione. Aderiscono facilmente al pelo in mezzo al quale può nascondersi grazie anche alle sue piccole dimensioni. Riescono ad arrivare alla cute per poi forarla e penetrarla
  • sono rivestiti da minuscole “spine/dentelli” posizionati in maniera tale da consentire l’avanzamento in una unica direzione. Questo è il motivo per cui il forasacco una volta entrato non torna mai indietro ma  progredisce solo in avanti creando i famosi tragitti fistolosi, che rappresentano il suo percorso di avanzamento all’interno dell’organismo.

Ci sono cani maggiormente a rischio?

Tutti i cani di tutte le dimensioni e di tutte le razze sono a rischio per i forasacchi.

Le razze  caratterizzate da pelo più folto e da orecchie pendule sono più predisposte ad avere forasacchi a localizzazione interdigitale (zampe), cutanea e auricolare.

Come posso capire se il mio cane ha un forasacco?

La sintomatologia ovviamente varia in base al punto di ingresso del forasacco e i sintomi possono essere ad insorgenza acuta ed improvvisa (es. forasacco nel naso o auricolare) oppure ad insorgenza lenta e progressiva (es. forasacco interdigitale, prepuziale o vaginale).

Quali sono le più comuni localizzazioni e sintomatologia associata?

CUTE e MUCOSE

Quando il forasacco rimane imprigionato nel pelo, arriva a penetrare la cute e crea il suo percorso (tragitto fistoloso) scavando negli strati muscolari più profondi.

Questo può verificarsi in qualunque parte della cute, ma le zone maggiormente colpite sono:

  • spazi interdigitali
  • inguine e ascelle
  • prepuzio vagina area perianale
  • cavità orale

La zona cutanea interessata (spazi interdigitali, inguine, ascelle) si presenta gonfia, calda e dolente; successivamente si sviluppa un ascesso che fistolizza con conseguente fuoriuscita di pus.

Questi casi spesso non si risolvono con la semplice terapia antibiotica ma diventa necessario esplorare la fistola. In questi casi, è di comune impiego l’utilizzo dell’ecografia che permette una più’ corretta individuazione del forasacco al fine di agevolare la sua asportazione.

Quando il forasacco si localizza a livello vaginale comparira’ scolo vulvare da mucoso a mucopurulento a volte striato di sangue. In questo caso, per individuare il forasacco bisognerà avvalersi del vaginoscopio tradizionale o dell’endoscopia. Più raramente si può creare una fistola para rettale secondaria alla migrazione del forasacco all’interno della vagina.

A livello prepuziale si potrà osservare tumefazione del pene calda dolente seguita da ascesso e fistole, oppure solo scolo purulento prepuziale.

A livello di cavità orale i forasacchi possono incunearsi a livello gengivale o a livello tonsillare. Possono dare aumento della salivazione, anche maleodorante, alitosi intensa, difficoltà nella prensione del cibo, formazione di ascessi e difficoltà nella deglutizione.

ORECCHIE

La presenza all’interno dell’orecchio di un forasacco è estremamente fastidiosa e dolorosa. Il cane può manifestare scuotimento della testa improvviso e violento con possibile fuoriuscita di sangue dall’orecchio. Il forasacco va rimosso il più velocemente possibile poiché ritardi nella sua rimozione potrebbero portare a insorgenza di otite purulenta e rottura del timpano. L’asportazione avviene sotto visualizzazione diretta. In presenza di eccessivo dolore o in caso di paziente molto stressato sarà necessaria la sedazione per poter rimuovere il forasacco in sicurezza.

OCCHI

Anche l’occhio può essere colpito dai forasacchi sia nel cane che nel gatto. A livello oculare i forasacchi si insinuano a livello del sacco congiuntivale o sotto la terza palpebra provocando una sintomatologia imponente già dopo qualche ora: occhio semichiuso o completamente chiuso, congiuntiva fortemente arrossata, lacrimazione, pus. Il forasacco deve essere prontamente individuato e rimosso per evitare gravi complicazioni tra cui ulcere corneali e perforazione oculare.

CAVITA’ NASALI

I cani di tutte le dimensioni annusando nei prati e sui marciapiedi possono inspirare in cavità nasale i forasacchi.

La sintomatologia è pressoché immediata con starnuti frequenti, ripetuti a raffica, spesso con arricciamento della narice colpita e a volte associati a perdita di sangue più o meno abbondante.

I forasacchi inalati possono essere a volte espulsi con gli starnuti, ma nella maggior parte dei casi questi devono essere rimossi in anestesia generale sotto visione diretta e preferibilmente in endoscopia. Questa tecnica consente infatti di esplorare a fondo tutta la cavita’ nasale permettendo di individuare con certezza i forasacchi e raggiungere anche quelli  nascosti nella parte più profonda delle cavità nasali.2

Il forasacco entrato in cavità nasale migra? Sfatiamo questa leggenda metropolitana.

Il forasacco che entra in cavità nasale rimane in cavità nasale e si annida tra i turbinati. La mucosa di rivestimento dei turbinati risponde aumentando la produzione di muco che riduce così l’attrito del forasacco sulla mucosa stessa fino ad annullare i sintomi clinici. In questo caso, a distanza di qualche settimana dall’inalazione potranno comparire nuovi sintomi quali starnuti e scolo nasale, in quanto la presenza di un corpo estraneo cronico può’ favorire l’insorgenza di una rinite inizialmente batterica che potrebbe trasformarsi in una rinite micotica più tardivamente. Diventa quindi necessaria la valutazione delle cavità’ nasali in endoscopia

TRACHEA E BRONCHI

I forasacchi che entrano in trachea e bronchi vengono inalati mentre il cane sta respirando o correndo a bocca aperta in prati o aree dove sono presenti forasacchi. Il sintomo principale è rappresentato da tosse improvvisa e violenta che successivamente può scomparire o diventare intermittente.

I corpi estranei inalati possono permanere all’interno del lume bronchiale portando a tosse di orgine meccanica-irritativa, formazione di un granuloma nel lume bronchiale per isolare il forasacco o portare a una bronchite localizzata purulenta. Il sintomo principale di un corpo estraneo cronico a livello bronchiale è tosse cronica ricorrente con o senza espettorato di muco/muco-pus.

E’ necessario intervenire tramite broncoscopia per rimuovere i forasacchi nell’albero bronchiale. Maggiore è la loro permanenza nell’albero bronchiale, maggiore diventa il rischio di sviluppo di complicazioni secondarie.

A volte i forasacchi che arrivano nelle basse vie respiratorie possono penetrare la parete bronchiale e iniziare a migrare causando sintomatologia molto grave come: ascessi polmonari, broncopolmoniti, pneumotorace (aria libera in torace), piotorace (presenza di pus in torace), tragitti fistolosi lungo il decorso del muscolo lunghissimo del dorso creando discospondilite (infezione dell’osso vertebrale) ed eventuali ascessi ricorrenti sulla parete del fianco e/o paravertebrali. In questi ultimi casi sarà utile l’esame TAC o un ecografia per poter individuare il forasacco e/o il suo tragitto.  -FOTO E/O VIDEO-

Come posso prevenire l’ingresso dei forasacchi?

  • Cercate di portare i vostri cani a passeggio in giardini con erba tagliata e raccolta
  • Non fare correre i cani nei prati con erba alta o con spighe facilmente visibili
  • Non permettete al cane di annusare dove sono presenti spighe visibili
  • Usare le fascette proteggi orecchie nei cani con orecchie pendule
  • Controllare il pelo dell’animale al rientro delle passeggiate, soprattutto a livello di spazi interdigitali, orecchio ascelle, inguine, regione perianale
  • In caso di insorgenza di sintomi dopo essere stati in aree con presenza di spighe, portare prontamente il proprio animale a visita

Parassitosi elmintiche nel Cane e nel Gatto

I cani e i gatti possono essere infestati da una vasta gamma di elminti, parassiti, tra cui nematodi, cestodi e trematodi.

In base alla localizzazione all’interno dell’organismo si dividono in:

  • vermi a localizzazione intestinale:
  • Ascaridi (vermi tondi)
  • Tricocefali (vermi a frusta)
  • Tenie (vermi piatti)
  • Ancilostomi (vermi ad uncino)
  • vermi a localizzazione non-intestinale
  • Filarie (vermi del cuore)
  • Elminti sottocutanei
  • Elminti polmonari

In questa sede prenderemo in considerazione i parassiti a localizzazione intestinale del cane e del gatto.

Alcune di queste parassitosi sono delle zoonosi, ovvero trasmissibili all’uomo incluso i bambini, e non devono essere sottovalutate.

ASCARIDI

Toxocara spp. e’ un grosso nematode intestinale (misura fino a 15 cm da adulto) che può infestare cani, gatti e volpi.

Sono frequentemente colpiti da questi parassiti i cuccioli e i cani giovani, ma anche gli adulti possono infestarsi.

Cane e gatto si possono infestare principalmente attraverso il ciclo oro-fecale, ovvero attraverso l’ingestione di uova infestanti che impiegheranno poi circa 4 settimane per diventare adulti.

Le uova infestanti ingerite dal cane nell’intestino rilasciano le larve che attraversano la parete intestinale e migrano in vari organi, fegato e albero respiratorio. Dal polmone, le larve risalgono fino alla faringe, per essere deglutite e giungere di nuovo nell’intestino dove producono uova che verranno eliminate con le feci. Le uova di Toxocara sopravvivono anni nell’ambiente.

I cuccioli possono infestarsi anche in utero prima della nascita a partire dal 42° giorno di gravidanza o durante l’allattamento.

Cani e gatti possono inoltre infestarsi in seguito ad ingestione di carne poco cotta oppure di ospiti paratenici infestati (piccoli roditori) contenenti larve.

Gli animali infestati possono non manifestare sintomi oppure sintomi lievi quali vomito e diarrea fino a sintomi più gravi, aspetto denutrito, addome gonfio, sintomatologia respiratoria e invaginamento intestinale.

La diagnosi si basa sull’identificazione delle uova nelle feci mediante flottazione.

I cuccioli devono effettuare un trattamento antielmintico a 14 giorni di vita, ripetere il trattamento ogni 2 settimane fino a 2 settimane dopo lo svezzamento. Successivamente è consigliabile una sverminazione mensile fino al 6° mese di età.

Le cagne in lattazione devono essere trattate contemporaneamente ai cuccioli e dovrebbero essere trattate preventivamente prima di un eventuale accoppiamento/gravidanza.

E’ buona norma non somministrare carne cruda ai cani e raccogliere regolarmente le feci per evitare infestazioni ambientali.

Le linee guida ESCCAP consigliano un trattamento mensile con un adeguato antielmintico per minimizzare il rischio di infestazioni patenti ed è raccomandato in situazioni ad alto rischio, come nel caso di cani che hanno libero accesso a giardini e/o parchi e che vivono in famiglie con bambini piccoli. In tutti gli altri casi si raccomanda di effettuare il trattamento antielmintico con una frequenza di almeno quattro volte nel corso dell’anno.Quando un proprietario decide di non effettuare il trattamento antielmintico con regolarità, oppure quando la legislazione locale richiede che venga effettuata una diagnosi o una valutazione del rischio prima del trattamento, si raccomanda di effettuare l’esame delle feci mensilmente o trimestralmente.

TRICOCEFALI

Trichuris vulpis e’ un nematode intestinale che può infestare il cane.

Le uova vengono eliminate nell’ambiente tramite le feci e possono sopravvivere per anni nell’ambiente. L’uovo larvato e’ lo stadio infestante e la principale fonte di infestazione è il ciclo oro-fecale.

Una volta ingerito l’uovo larvato, il tempo per cui diventi adulto e possa riprodursi eliminando nuove uova è di circa 2-3 mesi.

Una grave infestazione provoca nel cane diarrea, con feci mucoidi e sangue, perdita di peso e in caso di persistenza della parassitosi anche disturbi metabolici quali anemia e iponatremia che si manifestano con grave abbattimento.

La diagnosi viene effettuata identificando le uova nelle feci tramite flottazione.

Per debellare l’infestazione parassitaria è spesso necessario ricorrere a ripetute somministrazioni di adeguato antielmintico e ad una profonda pulizia dei luoghi in cui soggiornano più’ cani.

ANCYLOSTOMI

Gli ancilostomi sono nematodi che si localizzano nell’intestino tenue di cani, gatti e volpi. Le specie che colpiscono il cane e/o il gatto sono Ancylostoma caninum, A. Tubaeforme (gatti) e Uncinaria stenocephala (cani e gatti).

A differenza degli altri nematodi, gli ancilostomi sono ematofagi e sono dotati di un apparato buccale attraverso il quale aderiscono alla mucosa enterica, causando spesso lesioni alla stessa.

Il ciclo di trasmissione è oro-fecale.

I vermi adulti si localizzano nell’intestino tenue dove depongono le uova che vengono eliminate con le feci. Dalle uova si schiudono le larve che diventano infestanti (L3) nell’ambiente. Le L3 ingerite diventano vermi adulti nell’ospite in 2-3 settimane.

I cuccioli possono infestarsi anche durante l’allattamento e può indurre anemia fatale.

I cani infestati possono manifestare diarrea, calo ponderale e anemia; la diarrea può anche essere emorragica. Possono comparire anche lesioni cutanee causate dalla migrazione delle larve sui cuscinetti plantari.

La diagnosi si basa sul riscontro delle uova nelle feci mediante flottazione.

E’ consigliato regolare trattamento antielmintico per gli animali che vivono in ambienti infestati.

TENIE

Echinococcus granulosus e’ un piccolo cestode che si localizza nell’intestino tenue del cane, responsabile dell’idatidosi cistica nell’uomo per ingestione di uova eliminate nelle feci dai cani infestati.

I vermi adulti nell’intestino tenue rilasciano le proglottidi che vengono eliminate con le feci, le proglottidi contengono le uova infestanti. Nell’ospite intermedio (ovini e suini), l’embrione contenuto nelle uova si libera, passa la parete intestinale e raggiunge fegato e polmoni, dove forma delle cisti contenenti molte larve. Gli ospiti definitivi si infestano mangiando visceri crudi dell’ospite intermedio.

Difficilmente i cani infestati sono sintomatici.

La diagnosi e’ difficile perché le proglottidi vengono eliminate in modo intermittente e le uova non sono differenziabili a livello morfologico.

In caso di infestazione il trattamento deve essere effettuato con un antielmintico a base di praziquantel.

I cani che hanno accesso a visceri o carcasse dovrebbero essere trattati ogni 6 settimane.

E’ consigliabile non alimentare i cani con visceri o carni poco cotte e lavare i cani per eliminare le uova presenti nel pelo, oltre che rimuovere regolarmente le feci dall’ambiente.

Dipylidium Caninum è la tenia del cane e del gatto.

Gli ospiti intermedi sono la pulce o il pidocchio masticatore del cane. Cani e gatti si infestano attraverso l’ingestione accidentale di questi insetti infestati. La tenia adulta si sviluppa nell’intestino tenue del cane o del gatto. Dipylidium caninum è un agente zoonosico. L’uomo si può infestare ingerendo pulci o pidocchi infestati anche se si tratta di un evento raro.

Il periodo di prepatenza è di circa tre settimane.

L’infestazione da Dipylidium caninum raramente è accompagnata alla presenza di segni clinici nel cane e nel gatto anche se può essere presente prurito anale.

E’ possibile riscontrare la presenza delle proglottidi nelle feci fresche o tra il pelo in corrispondenza della regione perineale. Quando sono secche assomigliano a semi di zucca, talvolta è possibile osservare le proglottidi che fuoriescono dall’ano dell’animale.

E’ possibile individuare anche le uova attraverso l’esame delle feci per flottazione.

Il trattamento consiste nella somministrazione di un antielmintico efficace ad intervalli regolari.

E’ possibile prevenire l’infestazione da Dipylidium caninum attraverso un efficace controllo dell’infestazione da pulci e pidocchi.

Taenia spp. comprende diverse specie che infestano cani, gatti e volpi a seguito dell’ingestione di vari organi o tessuti di diversi ospiti intermedi infestati.

Gli ospiti intermedi sono diversi e, a seconda della specie di Taenia spp. Comprendono ovini e bovini (Taenia multiceps), conigli (Taenia serialis, Taenia pisiformis), roditori (Taenia taeniaeformis), ruminanti e suini (Taenia hydatigena) e ovini e caprini (Taenia ovis).

I parassiti adulti possono sopravvivere nell’intestino tenue per un periodo che oscilla da diversi mesi fino a diversi anni.

Le uova di taenidi vengono evidenziate mediante l’esame delle feci e, in genere, si presentano singolarmente, differenziandosi così dalle capsule ovigere (pacchetti di uova) di Dipylidium caninum.

Non è possibile differenziare al microscopio le uova di taenidi dalle uova di Echinococcus. Pertanto, nelle aree endemiche per Echinococcus le infestazioni da taenidi, basate sull’identificazione delle uova, dovrebbero essere considerate come potenziali infestazioni da Echinococcus.

Un esame macroscopico delle feci potrebbe rilevare la presenza di proglottidi bianche, facilmente identificabili e, a differenza di D. caninum, ognuna con un unico poro genitale.

Il trattamento consiste nella somministrazione di un efficace antielmintico ad intervalli adeguati in base all’evidenza dell’infestazione in atto.

Le uova possono sopravvivere nell’ambiente per lunghi periodi.

I proprietari dovrebbero cercare di impedire a cani e gatti l’assunzione di tessuti o visceri dei ospiti intermedi.

E’ opportuno evitare di alimentare gli animali con carne cruda e visceri.

TRATTAMENTO E PREVENZIONE

Il trattamento preventivo di routine contro i parassiti gastro-intestinali e polmonari è regolamentato dalla legislazione dei singoli paesi.

Solo il Medico Veterinario è in grado di suggerire i trattamenti più adeguati in base alle condizioni epidemiologiche locali, alla compliance del proprietario (es. il desiderio di un approccio a “rischio zero”) e ai fattori di rischio individuali (frequenza aree a rischio, anamnesi storica, alimentazione con carne cruda, ecc.).

I trattamenti antiparassitari devono pertanto essere effettuati sempre su prescrizione del Medico Veterinario.

Per mantenere la salute individuale e per evitare la contaminazione ambientale con uova di Toxocara, cuccioli e gattini devono essere trattati contro i nematodi ogni 14 giorni fino a 14 giorni dopo lo svezzamento. Il trattamento deve essere iniziato a 14 giorni di età per i cuccioli e a 21 giorni di età per i gattini e, in concomitanza, occorre anche trattare la madre.

I gatti e cani adulti devono essere sverminati almeno 4 volte all’anno per ridurre la diffusione di uova di nematodi intestinali (compresa Toxocara spp.). La frequenza del trattamento può essere aumentata fino ad una volta al mese, qualora siano presenti in casa bambini o individui immunodepressi.

In aree endemiche per Echinococcus granulosus, i cani che possono avere accesso a frattaglie o carcasse di bestiame devono essere trattati con un elminticida specifico almeno ogni 6 settimane.

In commercio esistono diverse formulazioni elminticide, le più diffuse sono:

  • “Milbemax” “Milbactor” (milbemicina + praziquantel): attivo contro Ancylostomi, Ascaridi, Tricocefali e Cestodi
  • “ Drontal cucciolo” (pyrantel + febantel): attivo contro Ancylostomi, Tricocefali e Ascaridi
  • “Drontal plus” (pyrantel + febantel + praziquantel): come il precedente + Cestodi
  • “ Pralen” (Mebendazolo + praziquantel): Ancylostomi, Tricocefali, Cestodi, Ascaridi
  • “Nemex plus” (pyrantel pamoato + oxantel pamoato): Ancylostomi, Tricocefali e Ascaridi
  • “Nemex pop” (pyrantel pamoato + oxantel pamoato + praziquantel): come il precedente + cestodi
  • “Procox” (emodepside + toltrazuril): ancylostomi, Tricocefali e Ascaridi
  • “Lendue” (Mebendazolo micronizzato): Ancylostomi, Ascaridi, Tricocefali e Cestodi
  • “Panacur” (fenbendazolo): Cestodi, Ancylostomi, Ascaridi e Tricocefali

Leishmaniosi

La Leishmaniosi è una malattia causata da un protozoo, la Leishmania Infantum, che si tramette al cane attraverso la puntura di un insetto-vettore, il flebotomo o pappataccio (Phlebotomus perniciosus).

La malattia è prevalentemente diffusa nel Sud Italia, sulle coste e sulle Isole ma trova ormai numerosi focolai anche in Centro e Nord Italia.

La leishmania colpisce prevalentemente il cane, ma può colpire anche l’uomo e il gatto.

Come possono contrarre la malattia i nostri animali?

I nostri animali possono contrarre la Leishmaniosi tramite la puntura del flebotomo (ospite intermedio) infestato. E’ in dubbio se altri artropodi ematofagi come zecche e pulci possano fungere da vettori.

E’ possibile contrarre la Leishmaniosi anche tramite trasfusioni di sangue da donatori infetti, per via venerea (trasmissione orizzontale) e transplacentare e transmammaria (trasmissione verticale).

Il cane rappresenta un serbatoio di malattia. E’ di conseguenza molto importante effettuare le corrette prevenzioni e controlli ematologici.

Il cane non è in grado di trasmettere direttamente la Leishmania all’uomo o ad altri animali.

Il ciclo biologico della Leishmania infantum comincia quando il flebotomo compie un pasto di sangue su un cane infetto e ingerisce l’amastigote, la forma aflagellata del protozoo. L’amastigote nell’apparato digerente del flebotomo diventa promastigote, forma flagellata, infettiva e poi si sposta nelle ghiandole salivari del flebotomo che compiendo un successivo pasto di sangue sul cane inocula la forma infettiva nell’ospite.

I promastigoti liberati nel sottocute richiamano i macrofagi, cellule di difese, che mangiano la forma infettiva della Leishmania. All’interno del macrofago, il promastigote compie ancora parte del ciclo biologico diventando amastigote e tramite i marofagi entrano nel circolo ematico e si diffondono principalmente agli organi emolinfopoietici (quali fegato, milza, linfonodi, midollo osseo) e nella cute, generando un’infezione sistemica. Altri flebotomi assumeranno gli amastigoti con il pasto di sangue infetto, dando così inizio ad un nuovo ciclo.

Perchè un cane sviluppa la malattia?

Il sistema immunitario dell’ospite svolge un ruolo chiave nel contrarre la malattia e un ruolo fondamentale sia nella evoluzione dell’infezione che sull’efficacia della terapia.

I cani che sviluppano malattia hanno una inefficiente immunità cellulo-mediata ed una elevata immunità umorale che porta alla produzione di anticorpi non protettivi. Il legame che si crea tra l’agente della Leishmania e l’anticorpo porta alla formazione di immunocomplessi che si depositano in diversi organi e diventano la causa dell’insorgenza della malattia e dei sintomi. I cani che non sviluppano malattia hanno invece una efficiente immunità cellulo-mediata e sono in grado di circoscrivere l’infezione, impedendo lo sviluppo della malattia e dei sintomi clinici associati.

Che sintomi può dare la Leishmaniosi?

I sintomi in cani affetti da Leishmaniosi possono essere vaghi e aspecifici o velocemente riconducibili al sospetto di infezione da Leishmania, e possono essere da lievi a gravi:

  • Perdita di peso
  • Perdita di appetito
  • Diarrea
  • Vomito
  • Sangue dal naso
  • Stanchezza, debolezza
  • Alterazioni del tartufo e dei cuscinetti (ipercheratosi)
  • Alterazioni dermatologiche, perdita di pelo, frequente intorno agli occhi dando aspetto da cane vecchio, forfora, pelle secche, croste, ulcere
  • Noduli sottocutanei
  • Crescita eccessiva delle unghie (onicogrifosi)
  • Problemi agli occhi, ad esempio congiuntivite, uveite, retinite;
  • Linfonodi ingrossati
  • Ingrossamento di fegato e milza
  • Mucose pallide secondarie ad anemia
  • Aumento della sete e della minzione secondario a insorgenza di patologia renale
  • Dolori diffusi
  • Zoppie
  • Febbre rara

Come si diagnostica la leishmania?

In assenza di sintomi e alterazioni dello stato clinico del paziente, il monitoraggio regolare del test leishmania che prevede la ricerca degli anticorpi contro la Leishmania e l’esecuzione di un prelievo di sangue e delle urine permette una diagnosi precoce.

I test sierologici a disposizione sono la metodica IFAT, gold standard, e la metodica ELISA. Il prelievo per effettuare la metodica ELISA deve essere privo di interferenze (es emolisi, lipemia, etc) per garantire un corretto risultato.

Gli SNAP test, test rapidi ad uso ambulatoriale, ad oggi in commercio sono una metodica ELISA.

Qualora un cane risultasse positivo alla Leishmania andrebbe confermato tramite metodica PCR su midollo osseo.La PCR permette di individuare tracce del DNA della Leishmania, è la metodica che permette di confermare la positività alla Leishmania e che permette di monitorare correttamente nel tempo un paziente leishmaniotico che ha risposto alla terapia.

Qualora un cane risultasse positivo ad uno SNAP test, bisogna eseguire il test sierologico e gli esami del sangue e delle urine.

Come si cura la Leishmaniosi?

La terapia per la Leishmaniosi è una terapia multi-modale.

Sono usati per il trattamento della Leishmania farmaci con azione leishmanicida, ovvero che uccidono la Leishmania, e leishmaniostatici, ovvero che inibiscono la replicazione della Leishmania.

In base allo stato clinico del paziente e ai danni provocati agli organi dalla Leishmaniosi, può essere necessario dover introdurre anche farmaci di supporto per salvaguardare la funzionalità degli organi compromessi o permettergli di tornare alla normale funzionalità.

Alcuni pazienti possono necessitare di ricovero anche in regime di terapia intensiva.

A tutt’oggi, quasi nessuna terapia ha dimostrato di essere in grado di eliminare completamente i parassiti dall’organismo infetto, ma i pazienti possono rispondere alla terapia negativizzandosi e rimanendo esenti da manifestaizoni cliniche per il resto della loro vita. Tuttavia, alcuni pazienti possono sviluppare successive ricadute o nuove infestazioni.

Filariosi cardio-polmonare

La filariosi cardio-polmonare è una malattia causata da un parassita chiamato Dirofilaria Immitis, che viene trasmessa attraverso la puntura di una zanzara infetta.

La filariosi cardio-polmonare colpisce sia il cane che il gatto.Eʼmolto diffusa in tutto il Nord Italia, in particolare nella Pianura Padana, e nel Centro Italia e ad oggi sono riconosciuti anche numerosi focolai nel Sud Italia e nelle Isole.

Come possono contrarre la malattia i nostri animali?

I nostri animali possono contrarre una infestazione di filariosi cardiopolmonare tramite la puntura di zanzare (ospite intermedio) infestate e i nostri animali (ospite definitivo) possono rappresentare un serbaotio di malattia se non si effettuano le corrette prevenzioni.

La zanzara punge un animale infetto (ospite definitivo) e durante il pasto di sangue può infestarsi con le forme larvali della filaria conosciute come microfilarie L1.

All’interno della zanzara, le microfilarie L1 compiono parte del loro ciclo vitale maturando a microfilarie L3 e portandosi a livello dell’apparto buccale della zanzara. Successivamente le zanzare durante un altro pasto di sangue possono trasmettere le microfilarie L3 ai nostri animali.

All’interno del cane o del gatto, le microfilarie L3 si trasformano in parassiti adulti, macrofilarie, nell’arco di circa 5 mesi e vanno a localizzarsi nella loro sede definitiva: le arterie polmonari e più raramente nelle camere cardiache destre e vena cava caudale.

In queste sedi, i parassiti adulti si riproducono e liberano nel torrente circolatorio gli esemplari più giovani,  microfilarie L1 che verrano ingerite durante il pasto di sangue dalle zanzare.

Nel cane o nel gatto infestato da filaria, i parassiti possono sopravvivere producendo microfilarie per circa 5 anni.

Come posso riconoscere se il mio cane o gatto è affetto da filariosi cardiopolmonare?

Nel cane, i sintomi della filariosi cardiopolmonare in fase inziale sono aspecifici e i più frequenti sono:

  • Affaticamento e intolleranza crescente all’attività fisica
  • Riduzione della performance atleltica
  • Insorgenza di soffio cardiaco
  • Perdita di peso

Con la progressione della patologia i sintomi diventano più significativi e ascrivibili a patologia cardiaca conclamata:

  • Aspetto del cane visibilmente provato
  • Perdita di peso progressiva
  • Difficoltà respiratoria (dispnea)
  • Aumento della frequenza respirtoria (tachipnea)
  • Tosse
  • Anemia
  • Aumento del volume addominale (ascite)
  • Insufficienza cardiaca destra
  • Epistassi (perdita di sangue dal naso)
  • Fenomeni tromboembolici
  • Alterazione ventilatoria
  • Sindrome della vena cava

Nel gatto purtroppo la sintomatologia è alquanto aspecifica:

  • Diminuzione dell’appetito
  • Stanchezza e debolezza
  • Difficoltà respiratoria (dispnea)
  • Tosse ad accessi
  • Vomito cronico intermittente
  • Collasso respiratorio
  • Morte improvvisa

Come posso salvaguardare il mio animale dalla filariosi cardiopolmonare?

NON ESISTE NESSUN VACCINO CONTRO LA FILARIA!!!

E’ fondamentale portare regolarmente il proprio animale dal veterinario per un controllo clinico e il test della filaria e chiedendo consigli per la miglior prevenzione per il proprio cane o gatto considerando dove vive l’animale, lo stile di vita e i viaggi che il proprio animale fa durante l’anno.

Prima di inziare la terapia preventiva, è necessaria una visita iniziale del veterinario che deve escludere la presenza della filaria adulta nel cane o nel gatto.

Importante è anche ricordarsi che la terapia preventiva non può essere somministrata nei cuccioli prima delle 6-8 settimane di vita.

Ad oggi esistono diversi farmaci per la prevenzione della filariosi cardiopolmonare. Questi farmaci agiscono contro le microfilarie ed hanno la caratteristica di avere unʼefficacia retroattiva anche fino a 30-50 giorni.

Tra i prodotti più comuni in commercio per la prevenzione della filariosi cardiopolmonare nel cane troviamo:

  • Farmaci per somministrazione orale:
    • Interceptor Flavor, Milbemax Cani (Milbemicina Ossima) e Interceptor Plus (Milbemicina Ossima e Lufenuron): si somministrano per via orale 1 volta al mese a partire dalla comparsa delle prime zanzare fino ad un mese dopo la loro scomparsa, ovvero date le nostre temperature e lʼattuale diffusione degli insetti dallʼinizio della primavera allʼautunno. Aiutano anche nel controllo di alcune parassitosi intestinali. La formulazione Interceptor Plus previene anche le infestazioni da pulci.
    • Cardotek 30® (Ivermectina)e Cardotek 30®Plus (Ivermectina e Pyrantel pamoato): medesima modalità di soministrazione di interceptor e milbemax; la formulazione Cardotek Plus permette anche il controllo di alcune parassitosi intestinali.
    • Nexgard Spectra (Milbemicina Ossima e Afoxolaner): medesima modalità di somministrazione; oltre alla prevenzione della filariosi cardiopolmonare, permette il trattamento di infestazione da pulci e zecche, il trattamento della rogna demodettica e sarcoptica, il trattamento di alcune parassitosi intestinali e la prevenzione di parassitosi polmonari.
    • Afilaria (Moxidectina) : medesima modalità di somministrazione, permette il controllo di alcune parassitosi intestinali.
    • Guardian (Moxidectina): medesima modalità di somministrazione, permette il controllo di alcune parassitosi intestinali.
  • Farmaci in formulazione a lento rilascio:
    • Guardian iniettabile (Moxidectina): consta di unʼunica iniezione per via sottocutanea con una copertura efficace di 10 mesi circa. Il farmaco è ad uso e somministrazione esclusiva da parte del veterinario; permette il controllo di alcune parassitosi intestinali.
  • Farmaci in formulazioni spot-on (gocce da applicare sulla cute tra le scapole)
    • Stronghold (Selamectina): applicazione una volta al mese, permette anche di prevenire e  le infestazioni da pulci, trattare la rogna sarcoptica e trattare alcune parassitosi intestinali.
    • Advocate (Moxidectina): medesima modalità di somministrazione. Permette inoltre prevenzione delle infestazioni da pulci, acari e parassiti intestinali e polmonari.

Ricordiamo inoltre che è importante usare anche prodotti con azione repellente contro gli insetti per ridurre il numero di volte che il nostro animale possa essere punto durante la stagione a rischio:

Per il cane è possibile considerare questi prodotti:

  • Prodotti in formulazione spot-on:
    • Frontline Tri-Act: applicare ogni 4 settimane nel periodo primaverile-estivo, offre ulteriore copertura anche contro pulci, zecche e aiuta nella prevenzione dalla puntura dei flebotomi, vettori della Leishmaniosi.
    • Vectra 3D: applicare ogni 4 settimane nel periodo primaverile-estivo, offre ulteriore copertura anche contro pulci, zecche e aiuta nella prevenzione dalla puntura dei flebotomi, vettori della Leishmaniosi.
    • Advantix: applicare ogni 4 settimane nel periodo primaverile-estivo, offre ulteriore copertura anche contro pulci, zecche e aiuta nella prevenzione dalla puntura dei flebotomi, vettori della Leishmaniosi.
    • Exspot: applicare ogni 4 settimane nel periodo primaverile-estivo, offre ulteriore copertura anche contro pulci, zecche e aiuta nella prevenzione dalla puntura dei flebotomi, vettori della Leishmaniosi.
    • Olio di Neem: applicare ogni settimana/due settimane, offre ulteriore copertura anche contro pulci, zecche e aiuta nella prevenzione dalla puntura dei flebotomi, vettori della Leishmaniosi.
  • Prodotti in formulazione collare:
    • Scalibor: cambiare ogni 3 mesi circa, rimuovere quando si effettua bagno saponato (con lo shampoo), offre ulteriore copertura anche contro pulci, zecche e aiuta nella prevenzione dalla puntura dei flebotomi, vettori della Leishmaniosi.
    • Leiscollar: cambiare ogni 3 mesi circa, rimuovere quando si effettua bagno saponato (con lo shampoo), offre ulteriore copertura anche contro pulci, zecche e aiuta nella prevenzione dalla puntura dei flebotomi, vettori della Leishmaniosi.
  • Prodotti spray:
  • RP03: applicare regolarmente tutti i giorni.

Per le formulazioni spot-on bisogna avere l’accortezza di applicarlo a minima distanza di 48 ore da un bagno saponato (quindi con shampoo) per garantire l’assorbimento del principio attivo che avviene attraverso il film lipidico cutaneo. Si consiglia di rimuovere i collari durante un bagno saponato.

Tra i prodotti più comuni in commercio per la prevenzione della filariosi cardiopolmonare nel gatto troviamo:

  • Farmaci per somministrazione orale:
    • Milbemax Gatto (Milbemicina Ossima): si somministrano per via orale 1 volta al mese a partire dalla comparsa delle prime zanzare fino ad un mese dopo la loro scomparsa, ovvero date le nostre temperature e lʼattuale diffusione degli insetti dallʼinizio della primavera allʼautunno. Aiutano anche nel controllo di alcune parassitosi intestinali.
    • Cardotek 30 FX (Ivermectina): medesima modalità di somministrazione. Previene la filariosi cardiopolmonare e tratat alcune parassitosi intestinali.
  • Farmaci in formulazione spot-on (gocce da applicare sulla cute tra le scapole)
    • Stronghold (Selamectina): applicazione una volta al mese, permette anche di prevenire le infestazioni da pulci, trattare gli acari delle orecchie e trattare alcune parassitosi intestinali.
    • Stronghold Plus (Selamectina e Saloraner): applicazione una volta al mese, permette di prevenire la filariosi cardiopolmonare e le infestazioni parassitarie miste da zecche e pulci, pidocchi, acari e permette di trattare alcune parassitosi intestinali.
    • Advocate (Moxidectina): medesima modalità di somministrazione. Permette inoltre prevenzione delle infestazioni da pulci, acari e parassiti intestinali e polmonari
    • Broadline (Fipronil, (S)-methoprene, Eprinomectina e Praziquantel): medesima modalità di somministrazione, permette di prevenire e trattare anche infestazione da pulci, zecche, rogna notoedrica, acari delle orecchie, parassitosi intestinali e prevenire parassitosi polmonari.
    • Bravecto Plus (Moxidectina e Fluralaner): medesima modalità di somministrazione: permette di prevenire e trattare infestazioni parassitarie miste da zecche e pulci, alcune parassitosi intestinali.

Anche per il gatto esistono prodotti con azione repellente per l’insetto ma in numero esiguo e prima dell’applicazione bisogna porre attenzione di aver comprato un prodotto registrato per il gatto:

  • Prodotti in formulazioni spot on
    • Olio di neem: applicare una volta/ogni 2 settimane.
  • Prodotti in formulazioni a collare
    • Collare barriera all’olio di Neem: cambiare ogni 2 mesi circa.
  • Prodotti in formulazioni spray
    • RP03: applicare tutti i giorni.

Questi prodotti vanno soministrati solo dopo la consulenza di un medico veterinario. Si tratta di medicinali e come sempre accade in questi casi possono avere effetti collaterali e non possono essere usati in tutte le razze (ad esempio Border Collie, Sheltie).

Molti prodotti ad azione repellente per il cane sono tossici per i gatti (ad esempio Advantix Vectra 3D etc, Scalibor).

Precessionaria: riconoscerla ed evitarla

La Processionaria è un insetto della famiglia dei lepidotteri che nidifica sugli alberi, soprattutto i pini e le querce ma anche su altri alberi molto diffusi. Si tratta di un bruco lungo da 1 a 3 cm con il corpo ricoperto di peli e rappresenta la forma larvale della falena o farfalla notturna.
Il nome processionaria deriva dalla caratteristica peculiare di questi insetti di spostarsi in fila indiana, formando una processione.
Questo avviene soprattutto nei primi periodi di temperatura mite dell’anno, ovvero tra Marzo e Aprile, quando lasciano i loro nidi sugli alberi per trovare un luogo adatto del suolo dove interrarsi e proseguire la propria trasformazione.

Perché bisogna temere la processionaria?

La processionaria è pericolosa perché i peli che la rivestono sono fortemente urticanti. Questi peli contengono una dose particolarmente alta di una tossina (traumatoproteina) ad elevate capacità urticanti pericolosa per i nostri cani ma anche per l’uomo.
Come fa il cane ad entrare in contatto con la processionaria?
I cani sono spesso incuriositi dall’insolita fila di bruchi pelosi, questo li porta ad avvicinarsi per annusarli o giocare.

Cosa succede quando un cane entra in contatto con una processionaria?

Il contatto diretto con la processionaria e’ causa dell’insorgenza iperacuta di gravi lesioni a carico principalmente di lingua, labbra, gengive, naso e occhi; possono creare lesioni anche a contatto diretto con la cute determinando l’immediata insorgenza di eritema pruriginoso. Il contatto oculare provoca una gravissima congiuntivite. I casi più gravi si hanno quando i peli vengono a contatto con le mucose (in particolare modo occhi e bocca) o quando entrano nelle vie respiratorie e digestive. Il primo sintomo è rappresentato da una improvvisa ed intensa salivazione, provocata dal grave processo infiammatorio principalmente a carico della bocca e in caso di ingestione anche a carico di esofago e stomaco. Con il passare dei minuti, si può avere gonfiore della lingua a volte talmente grave da provocare difficoltà nella
respirazione. Inoltre i peli urticanti della processionaria causano necrosi delle cellule delle mucose coinvolte ed il danno può essere talmente grave da provocare perdita di porzioni di tessuti che spesso riguarda la lingua.
Altri sintomi associati possono essere abbattimento, cattivo odore dalla bocca, rifiuto del cibo, vomito e diarrea.

Cosa fare quando pensiamo che il nostro cane sia entrato in contatto con una processionaria?

Nel caso in cui ci sia questo sospetto, il primo intervento che dobbiamo attuare il prima possibile, è quello di lavare abbondantemente con acqua le parti interessate e immediatamente dopo recarsi dal medico veterinario più vicino per valutare la situazione e instaurare le opportune terapie. Talvolta le lesioni possono essere talmente gravi da richiedere l’ospedalizzazione del paziente e purtroppo possono mettere a rischio la vita del cane.